Lo stampo isostatico al centro di un’evoluzione continua

Il mercato degli stampi non si ferma mai, almeno in un comprensorio dove lo scambio con le aziende di produzione ceramica è continuo e le esigenze si rinnovano continuamente.
Gape Due si mantiene da decenni all’avanguardia, grazie all’attenzione posta negli sviluppi del settore e al continuo aggiornamento tecnologico.
Quelli che solo pochi anni fa erano stampi già evoluti ma almeno intuitivi nella loro funzione, adesso, per rispondere alle esigenze di una tecnologia sempre più sofisticata, sono diventati isostatici, in grado di garantire l’uniformità della pressatura sia su formati medio piccoli con un gran numero di uscite piastrella, sia su formati enormi, quali vengono realizzati oggi richiedendo grandi capacità tecniche e impiantistica all’avanguardia.
“La tecnologia qui a Sassuolo non si ferma mai – spiega Stefano Gatti, Direttore Generale GAPE DUE – e noi la seguiamo in modo costante, con uno scambio di informazioni continuo con le aziende del territorio.

Ogni nuova tecnologia per ogni nuovo formato o prodotto nasce da una collaborazione fra vari soggetti e i produttori di stampi sono sempre fra questi. Rispetto al passato possiamo dire che la situazione offre sempre meno situazioni standard: da una singola azienda all’altra le necessità e le richieste possono cambiare anche in modo importante e sta a noi interpretare ogni situazione nel modo migliore, grazie a impianti aggiornati e tecnici versatili’:
Quali sono le necessità dell’industria ceramica negli ultimi anni?
“Si va sempre di più verso grandi e grandissimi formati, che rappresentano un’autentica sfida per chi realizza gli stampi. Ci siamo adeguati con macchinari e investimenti per sviluppare prodotti che arrivano a 90×180.
Se questo magari è un caso limite, ci sono i casi specifici azienda per azienda: per esempio stiamo lavorando a un formato 60×120 isostatico a due uscite.
E in ogni caso, per stare a un discorso generale, siamo attrezzati con impianti che ci consentono di realizzare ogni tipo di stampi compatibili con le presse esistenti”. Oltre al formato, un’altra variabile in evoluzione è lo spessore: ormai ci sono differenze importanti, si va da pochi millimetri fino a due centimetri e oltre.
“Con pochi particolari costruttivi di differenza fra un caso e l’altro siamo in grado di affrontare anche qualunque spessore. Anche in questo caso notiamo un’evoluzione: si è arrivati alle lamine da pochi millimetri per poi tornare a spessori molto elevati, anche perché nel frattempo l’uso della ceramica si è esteso ad altri ambiti, per esempio in esterno, con esigenze tutte differenti”.
Anche per gli stampi, come per molte altre componenti della produzione ceramica, la patente di tecnologia italiana fa la differenza e quindi anche per Gape Due, nonostante il mercato principale resti quello nazionale, molte soddisfazioni arrivano dall’export: “Siamo molto presenti nei paesi Ue, nel Nord e Sud America e anche nel Medio Oriente, soprattutto presso Clienti che necessitano di tecnologia evoluta”.